“Nelle vicinanze di Pozzo Traiano vi era una cappella dedicata a San Sebastiano, nella contrada degli orti che fin dal ‘500, e forse anche prima, si chiamava dell’Ursolilli .
Nel sito di questa cappella vi era l’antica chiesa di Ognissanti che esisteva già nel 1292, circondata da un cimitero. Questo edificio era ancora ricordato nel ‘700 (..).
La chiesa di San Sebastiano fu terminata nel 1670 e fu aperta solennemente al culto dall’arcivescovo Francesco Estrada il 13 agosto dell’anno seguente.
La costruzione fu promossa dall’Arciconfraternita del Purgatorio, fondata ufficialmente nel 1668 e munita di regio assenso il 2 dicembre 1776.” (1)
Anno 1942
“Essa si qualificò sin dalle origini come rappresentativa del patriziato brindisino ed ebbe commessa la cura dell’edificio.
Nel 1872 furono promossi alcuni sostanziali restauri e nel 1896 venne posta in opera una nuova pavimentazione in marmo.
Solo trenta anni più tardi si diede mano al rifacimento della scalinata, della tettoia e delle volte. La confraternita, rimasta attiva fino al 1971, ricordava con particolare solennità il giorno dedicato alle anime purganti. Nel 1876, l’allora priore Francesco De Marzo sostenne anzi che la funzione doveva ritenersi esclusiva della chiesa di San Sebastiano e non doveva darsi corso all’altra che si celebrava da qualche anno nel cimitero.
La confraternita ogni anno promuoveva, il Giovedì Santo, la processione dell’Addolorata con visita ai Sepolcri simulando la ricerca del Figlio.
Dopo la riforma liturgica fissata con il decreto generale Maxima Redemptionis nostrae mysteria del 16 novembre 1955 e le disposizioni dell’1 febbraio 1957, il rito fu spostato al sabato.
La chiesa ad un’unica navata, all’interno conservava la statua lignea della Vergine Addolorata, d’ambito veneziano, creduto dono di Leonardo Montenegro.
Fra le tele l’Adorazione dei pastori è stata attribuita ad ambito di Carlo Rosa, la Madonna con Bambino, a bottega locale del tardo ‘500 (assente), la Pietà ad ambito veneto, San Gennaro protegge dal terremoto è firmata dal pittore locale Giovanni Scatigno che la dipinse nel 1747. Infine, Umberto Colonna è l’autore, nel 1950, delle grandi rappresentazioni del Martirio di San Sebastiano e delle Anime Purganti.
Dopo la demolizione della chiesa di S. Antonio Abbate, che era nei pressi del rione detto di Montecristo, il culto del santo venne trasferito alla chiesa delle Anime. Infatti, nel largo antistante la chiesa, nel giorno della festa di S. Antonio Abate (17 gennaio) s’impartiva la benedizione agli animali da tiro: cavalli, asini, muli decorati da nastrini multicolori (zagaredde) e di fiori finti e naturali, sfilavano di fronte al sacerdote benedicente.” (1)
Esterno
Dopo la Piazza del Popolo e Piazza Anime, troviamo in leggera salita la Chiesa di S. Sebastiano detta comunemente delle Anime perchè i devoti vi raccomandano i loro defunti con i suffragi.
La chiesa, che è stata più volte restaurata, presenta una facciata monocuspidata, con portale centrale recante un’iscrizione lapidea datata 1670, fiancheggiato da due nicchie vuote e, in asse col portale, una settecentesca finestra a lira.
Sul portale, al centro del timpano spezzato, l’esemplare lapideo dello stemma della città di Brindisi su cui sono scolpite le due colonne su una testa di cervo.
“La corona di dignità reale fu inserita nell’araldica civica in epoca aragonese allorché Ferdinando II ne concesse il privilegio, in riconoscenza della fedeltà brindisina alla causa spagnola contro i Francesi che con Carlo VIII di Valois avevano conquistato il regno di Napoli nel 1495.”(4)
Interno
I Quadri
Adorazione dei pastori
“Va senz’altro presa in considerazione una tela di analogo soggetto per la cui paternità già da tempo ho avanzato il nome di Carlo Rosa, artista legato all’attività della bottega bitontina.
Nel dipinto, collocabile nel periodo centrale della produzione artistica del Rosa, all’incirca tra gli anni Quaranta-Sessanta del XVII secolo, affiorano elementi tipici della sua cultura, in particolare richiami alla pittura di Cesare Fracanzano.
Nell’Adorazione dei pastori in S. Nicola ad Adelfia, nella versione della chiesa del Purgatorio di Modugno, in quella di S. Chiara ad Acquaviva ed in quella brindisina, calzanti appaiono i confronti tra le modelle mariane, somiglianti fisionomicamente e ritratte in simile pacato atteggiamento; consueti ritornano i puttini reggicartiglio. L’angelo adulto raffigurato sul margine destro è pure confrontabile con le figure analoghe che compaiono in altri dipinti del pittore “bitontino”, ad esempio nell’Adorazione della Vergine e dei SS. Francesco e Chiara e nel S. Oronzo custoditi in S. Chiara ad Acquaviva.
Pur tuttavia, una certa caduta di qualità si palesa, ad esempio, nella figura del neonato Gesù, che appare piuttosto grossolano nelle fattezze, sicch’è da credersi che l’opera sia stata realizzata nell’ambito della bottega del Rosa ovvero parzialmente in aiuto al maestro.” (2)
Pietà
“Un’immagine di Maria dall’espressione carica di pathos che regge in grembo il corpo esanime del Cristo è raffigurata nella Pietà della chiesa di S. Sebastiano e delle Anime del Purgatorio. Lo schema compositivo piramidale ha come vertice l’asse della croce che bilancia le due figure, ricordo tipologicamente michelangiolesco.
Infatti l’interessante dipinto deriva da un modello di analogo soggetto del manierista romano Taddeo Zuccari (Roma, Galleria Borghese), a sua volta ispirato da un disegno di Michelangelo (Boston, Isabella Stewart Garden Museum). Tale modello, pure ripreso dal nordico Otto Van Veen (Friburgo, Angustiner-museum), è presente in Puglia: lo raffigurano il materano Gian Domenico Oppido (Corato, Monte di Pietà), un ignoto pittore meridionale (Francesco Marchese?) a Casamassima nella chiesa Matrice, ed un altro anonimo pittore a Ischitella in S. Eustachio”.
Questa produzione lascia presupporre la derivazione da una incisione zuccaresca piuttosto diffusa.
La qualità del dipinto brindisino è tutt’altro che scadente a differenza degli altri modelli pugliesi; la delicatezza cromatica, l’atmosfera resa grave dalla luminosità pulviscolare sembrerebbero riferibili ad un anonimo pittore d’ambito veneto che può aver eseguito l’opera in un periodo compreso tra la fine del ’500 e gli inizi del ‘600, vale a dire in un tempo anteriore alla costruzione della chiesa, 1670.
A tale proposito si osserva che nelle Sante Visite del 1652 è riferita in un altare della chiesa di S. Sebastiano l’effige Madonna di Pietà.” (2)
S. Gennaro protegge dal terremoto
“Giovanni Scatigno è un pittore pressochè sconosciuto alla critica: nel 1747 dipinge una inedita tela raffigurante S. Gennaro protegge dal terremoto per la chiesa di S. Sebastiano e delle Anime del Purgatorio; nel 1750 la Pietà; nel 1770 la tela del Martirio di S. Lucia.” (2)
Martirio di San Bartolomeo
“Il dipinto raffigurante il Martirio di San Bartolomeo collocato nella chiesa di San Sebastiano e delle Anime del Purgatorio non è privo di un certo interesse. Infatti l’opera si collega strettamente alla nota incisione del Ribera, nella quale figura la dedica al Vicerè di Sicilia, principe Filiberto di Savoia, cugino di Filippo IV di Spagna; dell’incisione come lascerebbe intendere l’iscrizione, è stata ipotizzata la relativa versione dipinta, che risulta dispersa e cui farebbero riferimento alcune copie. Rispetto al foglio inciso, quasi tutte presentano delle varianti e non tutte sono cronologicamente prossime. Il dipinto brindisino si qualifica, assieme a quello del museo di Nantes, fedele all’incisione.
A livello pittorico, il dipinto non eccellente rivela, nel per ora anonimo esecutore, una certa attenzione ai modi dello Spagnoletto, del tempo, ad esempio, del Sileno Ebbro (Napoli, Capodimonte), 1626, che conferma sia pure indirettamente la datazione al 1624 dell’originale perduto.
Il Martirio di S. Bartolomeo mostra d’aver subito in passato un incauto restauro, sì da risultare sensibilmente decurtata la parte inferiore; infatti nell’angolo basso di sinistra, laddove nell’incisione riberesca si scorge la mezza figura distesa di un martirizzato, nella tela brindisina è leggibile parzialmente la parte superiore di uno stemma araldico, ovvero due puttini tenenti un oggetto sferico illeggibile, cartigli e l’iscrizione del motto VULNERE VIRTUS, da riferire probabilmente alla casata del committente e, congiuntamente, all’offesa subita dal santo, nei confronti del quale conserva un significato plausibile. L’integrità dell’arma (araldica) si sarebbe rivelata importante ai fini di una ricostruzione storico – critica dell’opera.” (3)
Martirio di San Sebastiano e delle Anime Purganti
Umberto Colonna è l’autore, nel 1950, delle grandi rappresentazioni del Martirio di San Sebastiano e delle Anime Purganti.
Altri dipinti presenti nella chiesa
Le Statue
Bibliografia e sitigrafia:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica.”
(1) La chiesa della Santissima Trinità Santa Lucia, edizioni Amici della Biblioteca “A. De Leo” Brindisi pagg. 65-66 di Katiuscia Di Rocco. Italgrafica Edizioni Srl – Oria (Br) – luglio 2000
(2) La Madonna nella pittura del cinque, sei e settecento con riferimenti a Brindisi, estratto da Virgo Beatissima – Interpretazioni mariane a Brindisi, a cura di M. Guastella. Brindisi 1990
(3) Segnalazioni di pittura napoletana e un dipinto di Alessandro Fracanzano a Brindisi, estratto da Itinerari di ricerca storica, di M. Guastella. Congedo editore, Galatina 1988
(4) Soroptimist International d’Italia – Club di Brindisi, Araldica della città di Brindisi nelle memorie di G. Leanza. A cura di Giuseppe Maddalena C. Martano Ed. Srl Bari-Lecce maggio 2005